La presentazione del nostro SCHEMARIO
Una delle problematiche più complesse, per chi si accinge a intraprendere lo studio per il concorso in magistratura , è trovare un buon metodo di studio. Il primo e più immediato aspetto che si comprende è che la giornata tipo non può essere strutturata come quella dello studente universitario. All’università infatti la preparazione è focalizzata unicamente al superamento dell’ esame: manca il necessario approfondimento che è tipico del professionista che deve risolvere questo o quel caso, questa o quella questione. Inoltre, occorre affrontare lo studio di più materie contemporaneamente alcune delle quali sono state abbandonate fin dal primo anno di università (ad es diritto privato). Si aggiunge, poi, la notevole mole di giurisprudenza da conoscere non solo nella massima, ma anche nelle motivazioni che hanno condotto all’affermazione o all’applicazione di un principio di diritto. Discende un corposo e voluminoso numero di scritti da leggere e metabolizzare. Come fare? Fu questa la domanda che feci al mio maestro dopo l’ennesima correzione relativa al tema, in cui era leggibile il seguente giudizio: “più che sufficiente, corretto nella forma e hai centrato l’argomento, ma non hai sviluppato tutti i punti dello schema”. Lo schema. La parola mi rimase impressa, perché nascondeva un alone di mistero e perché mi faceva pensare a un’antica religione a cui solo i sacerdoti più eletti potevano interpretare o perfino a un’organizzazione massonica. Ben presto mi resi conto che non avevo ben afferrato il significato di schema. Per venire al dunque e non lasciarmi troppo ad ormai antichi ricordi, lo schema non è altro che il metodo di studio. È una linea di pensiero che consente di individuare, di volta in volta, gli argomenti o le questioni da affrontare in un ipotetico tema o in qualsiasi altro scritto giuridico. Esso inoltre consente di focalizzare lo studio nella ricerca di quei punti dello schema. Infine lo schema è un valido strumento per il ripasso e la memorizzazione degli argomenti mediante una qualche mnemotecnica (es lo schema può essere sfruttato per costruire una mappa mentale o per applicare la tecnica pav). Consente anche di organizzare i tempi di studio con l’ausilio di tecniche come quella del pomodoro.
La schematizzazione è attività dispendiosa e all’inizio sembrerà anche dispersiva. Potrebbe essere anche attività non adatta a tutti. La schematizzazione è una proposta sul metodo di studio: si può accogliere o la su può respingere; dipende molto dai gusti personali. Lo schema si costruisce partendo da una struttura ipotetica, che può essere utilizzata soprattutto quando nella terna è estratta qualche traccia relativa ad argomenti che si ignorano. Lo sforzo ricostruttivo di riconduzione ai principi generali è sempre molto apprezzato dalle commissioni e consente di apprezzare le capacità logiche del candidato. Esaminiamo gli schemi ipotetici.
Per tutte le materie : definizione/nozione; fondamento normativo; principio o principi; cenni storici e di diritto comparato; ambito soggettivo e oggettivo di applicazioni; effetti e conseguenze processuali; rapporti con altre figure; figure affini. Per il penale c’è anche lo schema sul reato X: fondamento normativo; soggetti del reato attivo e passivo; condotta; evento; qualificazione del reato in base a soggetto, condotta o evento; circostanze; concorso di persone; rapporti con altri reati – concorso apparente concorso materiale; pena; istituti processuali.
Ogni punto delle ipotetiche strutture potrà, a seconda della traccia, meritare maggiore o minore approfondimento dottrinale e giurisprudenziale.
In questa rubrica pubblicherò qualche schema, che ho utilizzato ai miei tempi (e sì, ormai ho una certa età) ma sempre aggiornato e corretto. Gli schemi sono volutamente incompleti per sollecitare il lettore all’approfondimento. In questo modo spero di aver dato a qualcuno valido consiglio su come impostare lo studio de diritto e domani lo studio professionale.
Massimo Marasca