๐๐ ๐ฉ๐ข๐ฅ๐ฅ๐จ๐ฅ๐ ๐๐ข ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐จ ๐๐๐ฅ ๐.๐.๐๐๐๐: Non sempre il cartomante รจ un ciarlatano
Non sempre il cartomante รจ un ciarlatano
#cartomanzia #ciarlataneria #poteriAutoritร diPS
Consiglio di Stato, sez. III, sent. n. 4189 del 1.7.2020
Il Questore vieta lโattivitร di una societร che vende servizi di cartomanzia e tanto alla luce dellโart. 121 del Testo Unico Legge di Pubblica Sicurezza (R.D. n. 773/1931)che vieta โil mestiere di ciarlatanoโ, in combinato disposto con lโart. 231 del relativo Regolamento di esecuzione (R.D. n. 635/1940), secondo cui โsotto la denominazione di mestiere di ciarlatano, ai fini dellโapplicazione dellโart. 121, ultimo comma, della Legge, si comprende ogni attivitร diretta a speculare sullโaltrui credulitร , o a sfruttare o alimentare lโaltrui pregiudizio, come gli indovini, gli interpreti di sogni, i cartomanti, coloro che esercitano giochi di sortilegio, incantesimi, esorcismi o millantano o affettano in pubblico grande valentia nella propria arte o professione, o magnificano ricette o specifici, cui attribuiscono virtรน straordinarie o miracoloseโ.
Il quesito a cui la Sezione risponde รจ se lโattivitร di cartomanzia sia sempre e comunque esercizio di โciarlataneriaโ.
Si chiarisce che il ciarlatano, alla luce delle norme citate, รจ colui che โspecula sullโaltrui credulitร โ oppure โsfrutta o alimentalโaltrui pregiudizioโ. Tali condotte implicano la ricerca ed il conseguimento di un utile sovradimensionato rispetto alle risorse impiegate o allโeffettivo valore economico del bene e/o servizio scambiato; va, quindi verificata la proporzionalitร tra il โservizioโ divinatorio offerto ed il prezzo richiesto e pagato per riceverlo.
In tale ottica, lo sconfinamento nellโarea della โciarlataneriaโ si verifica appunto quando il messaggio commerciale che accompagna lโofferta del servizio rappresentaโla prestazione divinatoria non nella sua impalpabile valenza predittiva, ma come strumento realmente efficace ed infallibile per la preveggenza del futuro, con la connessa richiesta di una contropartita commisurata al maggior valore che la prestazione, per come artatamente rappresentata, assumerebbe, ovvero quando, per le modalitร e/o le circostanze in cui si svolge la relazione tra cartomante e cliente, essa denota lโapprofittamento da parte del primo della eventuale situazione di particolare debolezza psicologica del secondoโ.
Al fine di avvalorare la tesi appena esposta, il Collegio cita gli artt. 28, 29 e 30 del codice del consumo (d.lgs. 206/2005) che, parimenti, non vietano tout court le televendite relative (anche) ai servizi astrologia, di cartomanzia ed assimilabili, ma impediscono quelle che si traducano in uno sfruttamento della superstizione, della credulitร o della paura o che rechino โdichiarazioni o rappresentazioni che possono indurre in errore gli utenti o i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguitร o esagerazioni, in particolare per ciรฒ che riguarda le caratteristiche e gli effetti del servizioโฆโ.
ร ben possibile, quindi, che la cartomanzia venga esercitata lecitamente.
Si osserva, in proposito, che lo Stato liberale non ha un ruolo paternalistico (come avveniva allโepoca dellโadozione del TULPS), ma lascia, tendenzialmente, i cittadini liberi di scegliere allโinterno del mercato quali e quanti servizi acquistare. In tale contesto, la cartomanzia – che รจ pur sempre unโattivitร che richiede un โimpegnoโ di energie suscettibile di essere valutato economicamente – puรฒ ben rappresentare un bene commerciabile poichรฉ, sebbene non ne sia dimostrabile lโefficacia, soddisfa una domanda legittima degli utenti; tale domanda va intesa anche in rapporto alla complessitร del mondo attuale che genera incertezza e smarrimento. In un simile contesto, finanche la cartomanzia puรฒ essere โutileโ a sostenere quegli individui che, non potendo o volendo farlo altrimenti, trovino in essa โriparo dalle paure e dalle contraddizioni della modernitร โ.